Guardare alla produzione ceramica del passato è un modo per trovare il mio stile.
E’ incredibile come una materia così molle come l’argilla si possa trasformare in un oggetto solido e duraturo, come la sua plasticità la renda un materiale così duttile da poter assumere qualsiasi forma si voglia. L’argilla è una delle prime materie che l’essere umano ha lavorato, la storia della ceramica corre parallela alla storia dell’uomo dalle sue origini ad oggi. E’ interessante vedere come le diverse civiltà e culture hanno dato vita ad una ricchissima varietà di forme e oggetti.
La forma di un oggetto riflette la cultura e i valori di una certa popolazione in un preciso periodo storico, come ad esempio la diffusione di brocche antropomorfe e zoomorfe nelle civiltà pre-colombiane, o la prevalenza di vasi a forma ovoidali nella Grecia antica. In entrambi i casi la scelta della forma, del colore o del motivo decorativo rispecchiano gli usi e costumi della cultura di appartenenza. Nell’arte delle civiltà indigene è visibile il legame intimo e profondo tra l’uomo, la natura e il mondo animale. Le forme della ceramica greca nascono da necessità d’uso domestico e commerciale, la qualità è sempre molto elevata e gli stili variano secondo l’area geografica e l’epoca, dal più antico stile protogeometrico alla più “recente” ed elegante ceramica a figure nere originarie di Corinto e a figure rosse di produzione ateniese.
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Brocca Antropomorfa proveniente dalla collezione del Museo Chileno de Arte Precolombino di Santiago de Chile
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Cratere attico a figure rosse, dalla collezione greca del Museo Civico Archeologico di Bologna
Quanto a me, sto sperimentando e lavorando molto per cercare il mio stile, io adoro le forme semplici, minimali ma mai banali, che ti colpiscono per la loro essenzialità. Amo le righe, dipinte o incise. Prediligo colori monocromi spesso accostati al colore della terracotta. Adoro il contrasto tra il lucido della cristallina e l’effetto opaco della superficie rifinita con la cera.
Le mie ceramiche si distanziano dalle decorazioni elaborate tipiche di molte tradizioni locali italiane, come ad esempio i bellissimi ed eleganti motivi figurativi e/ o floreali di stampo rinascimentale delle maioliche di Deruta e di Faenza. Mi sento molto più affine al design del nord Europa o alla produzione ceramica di alcune tradizioni del Giappone , come la ceramica Hagi prodotta soprattutto per utensili da tè, caratterizzata dalla bellezza sobria delle forme e dalla scelta cromatica delicata grazie all’applicazione di una smaltatura leggermente opaca.
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Vaso con motivo a foglia dal Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza
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Ceramica Hagiyaki, Japan-Guide.com
La ricerca della forma è frutto di un lungo processo fatto di ricerca di fonti d’ispirazione, di schizzi e di prove. Sono una grande osservatrice, mi guardo molto intorno, mi piace andare per musei e vedere mostre, entrare in bei negozi e osservare gli oggetti di artigianato e di design, guardare moltissime immagini su internet scovando i siti o i blog di artigiani che come me hanno la passione per la ceramica e l’hanno trasformata nel loro lavoro. Faccio molta ricerca, catalogo e archivio le immagini di oggetti che mi ispirano. Mi creo un bagaglio di idee in testa che in laboratorio traduco in una forma “in carne e ossa”.
Il lavoro che faccio in laboratorio è importante quanto il tempo dedicato alla ricerca di fonti d’ ispirazione. Sono due momenti del mio fare ceramica che non si susseguono l’un l’altro ma si alternano, e mi permettono di creare forme sempre nuove. Penso che fare un lavoro esclusivamente introspettivo chiusa in laboratorio non sia molto proficuo, è importante confrontarsi con la produzione altrui…c’è sempre da imparare cose nuove.
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